C’è il sole, pioviggina, fa caldo, fa fresco, una brezza leggera solleva le foglie in autunno, la stessa brezza accarezza i germogli a primavera. Si susseguono le stagioni e ognuna dà il meglio di sé nel mostrare la vita a manine curiose, piedi veloci e occhi curiosi.
Risate di bimbi riempiono l’aria e quelli che sembrano essere solo giochi fugaci, sono in realtà le esperienze che formano le donne e gli uomini di domani.
Il giardino per Maria Montessori non era solo uno spazio dove fare una corsa, consumare una merenda e prendere una boccata d’aria in attesa di riprendere la lezione, bensì un vero e proprio maestro: un ambiente da vivere, esplorare e assorbire.
Il ruolo centrale della natura nel metodo Montessori si può intuire subito dal fatto che la dottoressa dedicò all’argomento un intero capitolo de ‘La scoperta del bambino’ e quel che scriveva allora è ancora più rilevante al giorno d’oggi: “…noi chiediamo dunque ai nostri bambini che si adattino alla prigione senza darci fastidio..” è la riflessione un tantino provocatoria proposta dalla Montessori.
La prigione è formata dalle nostre case, scuole, spazi ricreativi, automobili e tutti i luoghi artificiali in cui i bambini trascorrono la maggior parte del loro tempo. Certo, i loro vestiti si sporcano di meno, le unghie rimangono pulite, non sudano e non si prendono le temutissime correnti d’aria, ma il prezzo da pagare per una lavatrice in meno da fare, è più alto del previsto.
Lasciati liberi di osservare ed interagire con l’ambiente naturale, i bambini hanno la possibilità di acquisire senza accorgersene nozioni di scienze, biologia, matematica, geometria, italiano… Un germoglio si è fatto piantina, c’è un’ape che ronza tra i fiori di lavanda, ah no aspetta, è un bombo! Ma che differenza c’è? E quel morbidissimo muschio vellutato, perché cresce solo in quel punto? E le formiche dove staranno andando? Ma lo senti il canto del merlo fra le fronde? E quei minuscoli funghetti che ricoprono la corteccia del tiglio? Come saranno arrivati fin là? Le foglie cadono, il ciclo della natura si ripete sempre uguale e così la vita dell’uomo. Le scoperte e le analogie sono infinite, gli spunti per gli approfondimenti che i bambini possono fare una volta tornati in classe, guidati dalle loro maestre, altrettanto.
Ma allora come dovrebbe essere il giardino di una scuola Montessori? Sicuramente ‘vivo’! Distese di sassi e cemento possono essere pratiche da mantenere, ma sono gli alberi, l’erba, gli insetti, gli uccelli, i fiori e i frutti a renderlo davvero interessante. Deve esserci la possibilità per i bambini di viverlo in tutte le stagioni, sia che faccia bello o ‘cattivo’ tempo (perché mai poi la pioggia sarebbe ‘cattiva’?) e magari di contribuire al suo mantenimento, rastrellando ad esempio le foglie secche o annaffiando le piantine all’occorrenza.
Più da vicino si vive la natura, più forte il senso di appartenenza ad essa: un bambino che impara a conoscerla e a sentirsene parte sarà un adulto che molto probabilmente la rispetterà e farà la sua parte per proteggerla.
E’ chiaro come non sempre sia possibile avere a disposizione un prato esclusivo, ma le soluzioni creative non mancano, per arricchire uno spazio esterno e renderlo più verde.
La nostra scuola ha a disposizione un ampio cortile adornato da grandi tigli che ci regalano montagne di foglie colorate con cui giocare in autunno e profumate fioriture a primavera, ospitano famigliole di uccelli e ci ombreggiano nelle calde giornate di giugno. Non manca il prato che è adiacente all’entrata e ospita fra l’altro alcune aiole dove crescono erbe aromatiche e ortaggi.
Da quest’anno grazie alla creatività e al lavoro di alcune mamme e papà, i bambini hanno anche a disposizione un percorso sensoriale, dove elementi naturali come tronchi, rondelle di legno e pietre formano un insieme visivamente molto piacevole tutto da percorrere, saltare, a cui aggrapparsi o far rotolare e… chi più ne ha più ne metta: il limite è solo la fantasia dei bambini.